Il mio approccio
Mi sono formata in Identity-Oriented Psychotrauma Theory (IoPT) (IoPT, letteralmente “teoria dello psicotrauma orientata all’identità”): una cornice teorica, una pratica psicoterapeutica e, più in generale, una filosofia di vita sviluppata dal professor Franz Ruppert sulla base della sua ricerca ed esperienza professionale negli ultimi 30 anni.
Molti aspetti dell’IoPT sono in sintonia con gli approcci di una serie di autori, ricercatori e terapeuti, in particolare con il lavoro di Gabor Maté (sull’effetto del trauma sulla salute mentale e fisica), di Bessel van der Kolk (su come il trauma influisca sul cervello e sul corpo), di Peter Levine (sulle emozioni traumatiche che rimangono intrappolate nel corpo), di Richard Schwartz (su come affrontare le parti “frammentate” del nostro sé), e di Resmaa Menakem (sulla natura transgenerazionale del trauma, e su come racchiudiamo vere e proprie “storie,” letteralmente dentro di noi). Leggi qui per saperne di più.
In questa prospettiva il “trauma” non è (necessariamente) qualcosa di catastrofico che accade solo in situazioni estreme, come disastri naturali, guerre, o quando siamo vittime di violenza. La vita di ciascuno di noi può essere affetta da trauma.
Cos’è il trauma?
Un trauma è qualsiasi esperienza che in qualche modo ci travolge: che psicologicamente, fisicamente, o in entrambi i modi, è troppo intensa o accade troppo velocemente per essere elaborata.
Il trauma può essere causato da un evento che ci è capitato: un incidente, una perdita, un’aggressione, aver subito un’ingiustizia. Ma può anche essere il risultato dell’abbandono o di qualcosa che ci è mancato: per esempio un genitore, forse a causa dei propri traumi, non ci ha dimostrato amore nel modo in cui avremmo desiderato o, quando eravamo molto piccoli, non è stato in grado di prendersi cura dei nostri bisogni primari.
Le ripercussioni del trauma
Le reazioni a una situazione troppo intensa che non riusciamo ad elaborare sono descritte in inglese come “le 4 F.” Se non siamo in grado di rispondere alle circostanze avverse in cui ci troviamo allontanandoci da esse – attraverso la fuga (flight) – o affrontando direttamente ciò che ci minaccia combattendo (fight), per poter sopravvivere o ci “congeliamo” (freeze) o entriamo in uno stato di sottomissione (fawn).
Negli ultimi due casi una parte della nostra psiche, in pratica, si scinde e viene “messa via” nel nostro inconscio, dove continuerà a vivere senza che siamo consapevoli della sua presenza. Ciò che abbiamo percepito come intollerabile, in altre parole, è ora nascosto nel profondo della nostra mente e del nostro corpo.
Tenere lontane dalla coscienza le emozioni e i ricordi di questa esperienza intollerabile richiede un’enorme dispiego della nostra energia. Di conseguenza, potremmo sentirci sempre stanchi, avere difficoltà a concentrarci o ad essere creativi, per esempio nel vedere possibili soluzioni ai nostri problemi — come se fossimo un computer con un programma costantemente aperto in background e che consuma risorse e memoria. Potremmo sentirci confusi e incapaci di essere pienamente noi stessi. Potremmo anche finire per vivere in uno “stato di emergenza,” dove siamo costantemente in guardia e non riusciamo a trovare né riposo né pace, né dentro di noi né con gli altri. La tensione che immagazziniamo nel corpo potrebbe ulteriormente trasformarsi in dolore fisico o, peggio ancora, nel tempo, in malattia cronica.
Lo scopo della terapia: “Recuperare” e riscoprire se stessa/o
L’obiettivo della terapia è fornire uno spazio sicuro in cui è possibile entrare in contatto con le parti scisse di noi stesse/i e integrarle per ristabilire la nostra interezza. Questo processo si chiama “incontro con se stessa/o” (self-encounter). In questo approccio l’innata capacità di guarigione della persona è centrale. Come terapeuta, il mio compito é guidarti e sostenerti, rispettando i tuoi tempi, nell’accedere alle diverse parti di te e alla tua conoscenza interiore.
Come funziona
La seduta di terapia inizia sempre con un’ “intenzione”: un’affermazione, una domanda, un’associazione di parole relative ad un problema o un tema che si desidera affrontare, esplorare, o sul quale si intenda fare chiarezza.
Alcuni esempi di intenzione potrebbero essere:
“Perché provo ansia per [un particolare problema]?”
“Voglio lasciarmi alle spalle il dolore”
“Io e il mio compagno” o “Io e la mia compagna”
o qualsiasi altra cosa che sia significativa per te.
L’intenzione è il punto di partenza per l’ “incontro con se stessa/o.”